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ll Cigno Nero del nuovo secolo

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Il Coronavirus ha cambiato la faccia del mondo in meno di un mese: la metà delle persone del pianeta è chiusa in casa. Un evento così catastrofico lo abbiamo letto solo nei romanzi di fantascienza mai immaginando di entrare a farvi parte come protagonisti.  La malattia ha cambiato le nostre giornate ma anche quelle che verranno; l’economia, infatti, lancia il grido d’allarme sulla difficile ripresa che ci aspetta dopo l’emergenza. L’occasione giusta, in questi giorni di clausura forzata, per riprendere in mano un libro tanto attuale quanto il suo titolo in copertina: “Il Cigno nero”.

Nassim Nicholas Taleb parla di "cigni neri", gli eventi inaspettati che cambiano la vita, e di come sia molto più incerta di quanto molti credano. Esamina inoltre in modo approfondito come ci inganniamo nel credere che la realtà sia altrimenti con vari mezzi di conferma (cerchiamo prove a supporto delle nostre credenze esistenti) o interpretando la narrazione fornitaci complicandola ancora più tragicamente.L’autore dice: "Questa combinazione di bassa prevedibilità e grande impatto rendono il Cigno nero un grande enigma”; ma questa non è ancora la preoccupazione principale di questo libro.  Aggiungete a questo fenomeno il fatto che tendiamo ad agire come se l’imprevedibilità non esistesse.

Fondamentalmente, oltre ai cigni neri, che hanno un impatto maggiore sulla realtà di quanto pensiamo che facciano, il senso questo libro può essere semplificato allo stare attenti al perché le cose accadono e a "sapere ciò che non sai".  Porre attenzione perché "la realtà è molto più casuale di quanto molti credano che sia” e sbagliamo a non predire la casualità in futuro. Personalmente ho cercato di giustificare i nostri comportamenti per una serie di ragioni, principalmente perché è impossibile proiettare la casualità dagli eventi storici in avanti: Non è detto che debba accadere di nuovo l’influenza spagnola ha fatto cinquanta milioni di morti. Non fosse altro che possiamo curarla. La crisi economica dell’87 non sarebbe accaduta se non avessero speculato sulla finanza.

Qui non sto dicendo che le cause non esistono e non sto cercando di usare questo argomento per evitare di provare a imparare dalla storia. Quello che sto dicendo è che non è così semplice; diffidare del perché le cose, certe cose, accadono in particolare in situazioni in cui non si sospettino “prove silenziose” cui Tale fa riferimento (pag 120-121) è difficilissimo.  Non posso prevedere una tempesta nell’Atlantico da una foglia caduta da un determinato albero in Sicilia senza rischiare il ridicolo.

Le “prove silenziose", dice l’autore, sono le informazioni non facilmente evidenti per qualsiasi motivo. Taleb fa riferimento a numerosi pensatori che non sono famosi o popolari e fornisce aneddoti ed esempi talvolta assai curiosi sulla loro vita e del loro lavoro che illustrano i suoi punti di vista e intrattengono il lettore.  Taleb trae esempio di prove silenziose dalla storia antica; racconta di un filosofo in una discussione secondo cui un gruppo di marinai è sopravvisse a un naufragio perché pregavano.  Questo racconto, francamente, mi ha lasciato un dubbio grande come una casa.

Il Cigno Nero affronta l'affascinante argomento dell'incertezza della natura e lo disamina con diversi punti di vista; tra gli altri, i blocchi psicologici con cui siamo nati e che abbiamo creato per noi come forma di meccanismi di difesa ma che impediscono la nostra comprensione dell'improbabile. Tanto per dirne uno.
Ognuna di queste discussioni rafforza il tema principale del libro, e offre un modo quasi inedito sul sistema delle intuizioni e sul modo con cui elaboriamo le informazioni.
Biologicamente, dice Taleb, gli esseri umani non sono preparati per essere pensatori profondi e sono ingannati da un’articolata varietà di errori logici. Questo è solo uno dei problemi che ci impediscono di prevedere l’imprevedibile e quindi di prepararci a esso. Tuttavia col passare del tempo, l'umanità ha fatto a meno di scappare dagli eventi che cercano di mangiarci, a vedere quello che sta accadendo con il Covid-19, e affronta con più determinazione la complessità dell'esistenza. Pandemie comprese.
Taleb ci ricorda pure che gli individui conoscono il limite "di sapere ciò che non sanno" e, comprendendo alcuni dei limiti integrati nel nostro cervello dalla memoria e dagli errori logici, possiamo essere pronti a prendere decisioni migliori o perlomeno avremo una maggiore comprensione di quanto sia rischiosa e sconosciuta la vita.

Un libro difficile, almeno per me, che però mi ha dato molte cose cui pensare. La parte che mi ha colpito di più è quando Taleb applica la sua idea di Cigno Nero alle carriere e come questa incertezza si applica in particolare agli autori e agli artisti. Per ogni J.K. Rowling, ci saranno migliaia di scrittori che non riusciranno mai a sfondare. Ho iniziato a chiedermi quanti libri straordinari non riuscirò mai a leggere a causa di questi fenomeni.  Il tono dell'autore in tutto il libro, particolarmente irriverente, non mi ha infastidito quanto sembra, invece, aver disturbato molti altri lettori, a leggere le diverse recensioni. Mi è piaciuto imparare un nuovo modo di vedere la realtà ma, come ho detto, questa è stata una lettura complicata, che non considero "divertente" (e sarebbe bastato per renderla più facile).  Potrebbe interessare maggiormente chiunque voglia prendere in considerazione nuovi modi di vedere la realtà. Mi pare che le neuroscienze ci stiano già dando una mano.

 

 

per BookAvenue, Michele Genchi

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